Ricordo, in una bella giornata primaverile all’uscita del British Museum di Londra, che mia madre perentoriamente mi disse: “Volgi lo sguardo all’indietro per identificare lo stile delle colonne della facciata”.
Le risposi, esitando un po’, che erano di stile Ionico, avendo alcune reminiscenze dei miei studi liceali in cui mi erano state inculcate tutte le componenti base degli ordini architettonici.
Mi ricordavo che le colonne Ioniche avevano le due volute nel capitello (o per meglio dire avevano il capitello con le due volute a forma di corna d’ariete) mentre al contrario lo stile Dorico era formato da due elementi molto semplici: echino ed abaco.
Poi ricordavo lo stile Corinzio, decorato come un cesto di foglie di acanto. Infatti mi disse mia madre che si narra che uno scultore avesse visto sulla tomba di una ragazza un bel cespuglio di acanto e fosse rimasto incantato dalle sue foglie quindi aveva ripreso quella forma per scolpirle nel marmo. Non ero convinta di averle risposto bene perchè ricordavo anche che per stabilire con certezza un ordine architettonico non ci si può fermare soltanto alla valutazione del capitello: infatti ci sono tanti altri elementi che caratterizzano le differenze tra un ordine e l’altro, come ad esempio le proporzioni e i calcoli matematici.
Comunque, inaspettatamente, mi sono sentita dire un “brava!”.
Ho omesso fino ad ora il fatto che mia madre è stata un’insegnante di storia dell’arte molto competente ed ha insegnato in vari licei; io invece, ed ora dico, purtroppo per me, ho sempre sottovalutato questa materia, apprezzandola poco. Quel giorno ho realizzato invece quanto fosse importante avere conoscenza delle cose, anche di quelle che ti interessano di meno o che pensi non possano mai servirti nella vita. Tutto è in realtà utile, e la conoscenza seppur minima è stata per me motivo di vanto in quella giornata.
Spero che questo articolo possa essere utile a qualcuno per ripassare, anche se superficialmente, un argomento di studi passati, ma soprattutto per ragionare sul fatto che anche quel che consideriamo superfluo per noi, può sempre tornare utile nel nostro percorso di vita.
Gio