“E’ talmente facile mandare in frantumi una storia. Spezzare una catena di pensiero. Sciupare il frammento di un sogno portato in giro con precauzione, come un pezzo di porcellana.”
“Un libro memorabile… ha la forza della vitalità dei sentimenti.”
D-La Repubblica
Amo molto i romanzi in cui lo scenario diventa parte attiva della narrazione, quei racconti in cui il periodo storico è ben delineato e l’ambientazione non rimane sullo sfondo ma diventa protagonista insieme ai personaggi.
Il Dio delle piccole cose è uno di questi libri.
E’ la fine degli anni sessanta, l’India è un paese diviso tra le pesanti tradizioni che influiscono in maniera importante sulla vita dei protagonisti, e il progresso a cui questi ambiscono.
In quest’epoca in piena contraddizione, Amnu, figlia di un alto funzionario, prende una decisione difficile: lascia il marito violento e alcolizzato per tornare a casa con i suoi due bambini. Adesso è una donna divorziata, per la tradizione indiana non ha più una posizione riconosciuta e la sua situazione è maggiormente aggravata a causa dell’imperdonabile errore di essersi innamorata di Velutha, un paria, un “intoccabile”. Da questo momento per lei non ci sarà più né perdono, né riscatto.
La storia di questo amore “sbagliato” viene raccontata attraverso gli occhi dei due figli gemelli di Amnu, Rahel e Esthe, due bambini con un’anima sola che pur guardando al mondo con l’ingenuità della loro età, si scontrano con la dura realtà in cui vivono.
Il presente e il passato si susseguono, i personaggi intrecciano le loro vite creando una trama articolata ricca di vicissitudini e di qualche segreto.
La scena politico-sociale dell’India segna profondamente la storia. L’idea di progresso e di riscatto si scontrano con la tradizione forte delle leggi non scritte che governano la società, dove le donne non hanno nessun potere e nella quale le caste regolano ancora i rapporti umani.
E’ un libro che parla di amore, quello scelto e quello imposto, ma è molto lontano dall’essere un romanzo sentimentale, racconta un paese descrivendolo in tutte le sue contraddizioni, e ci racconta ancora una volta la difficile posizione della donna in una società che non le dà nessuna possibilità.
Martina G.C.