“Eravamo una di quelle coppie strampalate, su cui nessuno avrebbe scommesso un’unghia. Di quelle destinate a una manciata di mesi superbi e poi ad afflosciarsi di botto. Eravamo così diversi. Lui dinoccolato, io sempre un po’ rigida, con le borse sotto gli occhi, il cappottino austero. Invece i mesi passavano, le nostre mani erano sempre l’una nell’altra per strada, i nostri corpi dormivano vicini senza darsi noia come due feti nello stesso sacco.”
Ho letto Venuto al mondo dopo aver letto Non ti muovere, un libro e che ho amato molto e letto tutto d’un fiato. Ero certa che anche questa volta Margaret Mazzantini non avrebbe tradito le mie aspettative. Ho sentito parlare molto bene di questo suo romanzo ma allo stesso tempo l’ho sentito criticare negativamente. Io posso solo dire che mi ha molto appassionato ed emozionato, ed è assolutamente una lettura che consiglio.
E’ la storia di Gemma, di Diego, il fotografo di pozzanghere, del loro amore, del loro grande amico Gojko poeta un po’ matto; di Sarajevo e della guerra che fanno da sfondo alla storia e di un bambino, Pietro.
Una mattina Gemma decide di partire da Roma con il figlio Pietro. La destinazione è Sarajevo dove l’aspetta Gojko con l’invito ad assistere alla mostra fotografica allestita in memoria di Diego.
Il vecchio amico è lì all’aeroporto ad attenderli e a fare da collante tra il presente e quel passato ancora vivo e mai dimenticato.
Da questo momento la storia si divide tra l’attuale viaggio in Bosnia ed un passato in cui i ricordi e le ferite non sono ancora rimarginate. In quella città distrutta dalla guerra Gemma ripercorrerà la sua vita, l’incontro con il suo grande amore Diego e con gli amici che aveva lasciato al suo rientro in Italia. Ripercorre quel periodo di guerra, non solo quella che dilaniava il paese ma la sua battaglia personale, il dolore per quella maternità mancata e voluta ad ogni costo.
Sedici anni dopo il suo ritorno in Italia, Gemma rivive il suo passato per cercare di dare a Pietro un’idea di quel padre mai conosciuto.
Amore, amicizia, la guerra e le sue conseguenze, non solo visibili nelle vie della città ma nei cuori della gente che ne è stata testimone, fanno da sfondo al racconto.
E’ una storia correlata di poesia, di dolore, di amore e di grandi sentimenti.
Martina G.C.