“I nostri sensi amano ingannarci, e gli occhi sono i piu ingannevoli di tutti. Ci inducono ad avere troppa fiducia in loro. Crediamo di vedere quello che c’è intorno, ma quello che percepiamo è solo la superficie. Dobbiamo imparare a comprendere l’essenza delle cose, la loro sostanza, e per fare questo gli occhi ci sono più di impedimento che altro. Ci inducono a distrarci, e noi ci lasciamo abbagliare. Chi si fida troppo dei propri occhi trascura gli altri sensi, e non intendo solo le orecchie o il naso. Parlo di quell’organo che è dentro di noi e per il quale non c’è un nome. Chiamiamolo la bussola del cuore.”
Ho amato questo titolo da subito, sapevo che avrei trovato un romanzo poetico e ricco di significato.
E’ un romanzo che mi è stato consigliato da un’amica mentre attraversavo un periodo particolare ed è diventato un po’ il simbolo di quegli anni della mia vita.
La storia inizia a New York e si sposta nell’affascinante Birmania, un mondo tanto diverso ma che racchiude i segreti di una storia familiare che Julia Win è determinata a scoprire.
Tutto ha inizio con il ritrovamento di una lettera d’amore che suo padre, Tin Win, scomparso da ormai quattro anni, scrisse ad una donna. Chi era quella donna? Chi era suo padre veramente?
Ed è così che Julia, avvocato newyorkese, parte per la Birmania, una terra incantevole e misteriosa, una realtà fatta di povertà, spiritualità, buddismo e che ha tanto da insegnare.
Sarà in una sala da te di Kalaw attraverso le parole del vecchio U Ba che la donna conoscerà davvero chi era suo padre.
Scoprirà la storia di Tin Win e dell’amore che lo legava a Mi Mi.
Due ragazzi nati sotto la stella dell’avversità, lui nato cieco e abbandonato dalla madre; lei incapace di camminare. Sarà proprio a causa delle loro disabilità che i due inizieranno a frequentarsi, a conoscersi e a superare le barriere fisiche che li contraddistinguono. Perché l’unico organo importante è quello del cuore, tutto il resto diventa trascurabile. Gli occhi possono guardare ma non vedere e Tin Wi è in grado di andare oltre, di ascoltare i battiti del cuore.
La storia di U Ba non è un semplice racconto, è una storia che va oltre la superficie delle cose, entra nel profondo, nell’intimo, nel cuore di un uomo che malgrado le apparenze ha delle doti fuori dal comune.
Difficile per Julia capire, anche lei guarda ma non vede, non crede, ha paura e desiderio solo di trovare delle risposte. Si sente tradita da qual padre scomparso che scopre innamorato di un’altra donna.
U Ba la porta nel passato, l’aiuta a capire ed accettare il presente e ad affrontare il futuro. Julia comprenderà che si può vedere anche al di là dei propri occhi, che ciò che conta davvero è solo la “bussola del cuore”.
Martina G.C.