«Bellissimo, unico e impossibile da etichettare…
La storia di una bambina in una piccola città piendi persone che pensano in piccolo, raccontata in un romanzo dal cuore grande».
Financial Times
“I miracoli non devono per forza essere grossi e possono succedere nei posti più improbabili.”
Mi consigliò questo libro una mia collega, me ne aveva parlato in maniera entusiasta. Il titolo mi affascinava ma non immaginavo fosse un romanzo così bello da toccarmi l’anima e strapparmi il cuore.
Judith è una bimba speciale, non ha una mamma, morta di parto mettendola al mondo e ha un papà rigido che vive nel passato e non riesce a dimostrarle il suo affetto. Con il padre partecipa all’Adunanza, le riunioni della setta religiosa di cui fanno parte, che segue regole rigidissime atte a garantire la propria salvezza in vista dell’Armagheddon e a meritarsi così la Terra Promessa.
Judith ha anche un problema enorme: sopravvivere al prossimo lunedì, giorno in cui Neil Lewis l’affogherà nel bagno della scuola. Lei è una bimba diversa dagli altri suoi coetanei e per questo è oggetto degli scherzi dei suoi compagni di scuola. Per sfuggire a questa dura realtà la bimba si rifugia nella fantasia creando la sua Terra dell’Adornamento, un piccolo paradiso costruito con scampoli, batuffoli di cotone, rametti, stoffe, e che custodisce preziosamente nella sua cameretta. Lei non è come gli altri, ha una mente fervida che inventa storie e racconti mettendoli in scena nel suo mondo in miniatura.
Ascoltando fratello Michael parlare di semi di senape, di miracoli, di quanto siano vicini a noi e possibili se solo ci crediamo, Judith corre al suo paradiso chiedendosi se il suo piccolo mondo potrà fare il miracolo. Le basterebbe una bella nevicata tanto fitta da chiudere la scuola per un giorno e salvarsi la vita.
Fa cadere del cotone sul suo piccolo mondo e la mattina, un manto di neve ricopre la città, la scuola è chiusa, e lei è salva. Nessuno le crede, nessuno l’ascolta, solo Dio le parla e la mette di fronte alle conseguenze dei suoi desideri.
E’ un romanzo che parla di speranza per un domani migliore, la fede in fondo è questo. Non è trattata dal mero sentimento religioso, ma come un atto di fiducia, come la capacità di vedere le cose nella loro bellezza anche nei momenti più bui. Dovremmo imparare da Judith e guardare di più il mondo con i suoi occhi.
“Ed ecco come ho scoperto che tutto è possibile, in ogni momento e in ogni luogo e per ogni sorta di persone. Se pensate di no è perché non riuscite a vedere quanto ci siete vicini, quanto avete bisogno di una piccola cosa perché tutto venga a voi. La fede è un balzo; voi siete qui, la cosa che volete è là; c’è uno spazio in mezzo. Dovete solo fare un balzo.”
Martina G.C.