“Aveva preso una decisione: se la ragazza fosse tornata le avrebbe dato il libro. Forse non sarebbe servito a nulla, ma era possibile che la aiutasse a ritrovare la voglia di vivere.” […]
[…] “Questo libro è una voce” spiegò Janet. “Appartiene alla mia famiglia fin da quando i miei antenati si stabilirono a Land’s End.”
“Cosa vi troverò?” chiese Kim.
“Tutto quello che vuoi” rispose Janet, allontanandosi.
Dopo l’isola delle farfalle che ho amato tantissimo, ho voluto iniziare l’ultimo libro di Corina Bomann sperando che mi rapisse esattamente come il precedente.
Devo dire che non ha deluso le mie aspettative.
In vacanza non ho mai voglia di impegnarmi in letture troppo articolate, preferisco narrazioni leggere che mi diano la possibilità di immergermi nella storia già dalle prime pagine, senza troppi pensieri.
La storia di Kim, Janet e Leandra mi ha dato proprio questo. Ho vissuto con loro nelle lande della Cornovaglia, affascinata dal paesaggio, dall’atmosfera e da quel meraviglioso faro che raccoglie un po’ tutto il mistero della storia.
Kim dopo aver perso l’uomo che ama, tutti i suoi sogni e il futuro che stavano costruendo insieme non trova altra via d’uscita se non quella di togliersi la vita. Decide di partire, salire su una scogliera e lasciarsi cadere. Il mare, che aveva preso il suo fidanzato, e che lei odiava, avrebbe pensato al resto. Janet, ultima discendente dei guardiani del faro, percorre il sentiero che da casa sua la porta alla scogliera, come ogni giorno da generazioni, e quando vede la ragazza sul ciglio del precipizio, intuisce subito le sue intenzioni. Troppe volte aveva visto quella scena. Da quel momento l’anziana donna e la ragazza stabiliscono un rapporto particolare: Kim si trasferisce da Janet per riprendersi la vita e l’anziana donna la rende custode di un vecchio diario ritrovato sulla spiaggia dal suo bisnonno. Quel libricino dalla copertina in pelle e dal colore sbiadito racchiude la storia di Leandra che nel 1813, proprio su quella scogliera aveva cercato di togliersi la vita per sfuggire al suo doloroso destino e proprio lì fu salvata da Christian, il guardiano del faro.
Le storie di queste donne si intrecciano, la narrazione si intervalla raccontando la storia di Kim e di Janet e quella di Leandra, così lontane nel tempo ma così vicine e accomunate da molti aspetti della vita, la forza, la speranza, il dolore e l’amore sono il filo invisibile che le lega.
E’ uno di quei libri che amo leggere quando sento la necessità di passare qualche ora con leggerezza, in un’altra realtà. La Bomann è molto brava a descrivere le ambientazioni, le atmosfere e i personaggi… così vieni risucchiata e letteralmente rapita dalle loro vicende.
Martina G. C.