“Capii che ero arrivata fin là piena di superbia e mi resi conto che – in buona fede certo, con affetto – avevo fatto tutto quel viaggio soprattutto per mostrarle ciò che lei aveva perso e ciò che io avevo vinto. Lei naturalmente se ne era accorta fin dal momento in cui le ero comparsa davanti e ora stava reagendo spiegandomi di fatto che non avevo vinto niente, che al mondo non c’era alcunchè da vincere, che la sua vita era piena di avventure diverse e scriteriate proprio quanto la mia, e che il tempo semplicemente scivolava via senza alcun senso, ed era bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello dell’una riecheggiare dentro il suono folle del cervello dell’altra “
Storia del Nuovo Cognome – L’Amica Geniale – Volume secondo
Normalmente lascio decantare i libri di cui si parla troppo per leggerli dopo qualche tempo, senza più l’eco del successo.
In realtà il clamore attorno ad Elena Ferrante è tutt’altro che passato ma, quest’estate, ho ricominciato la lettura dell’Amica Geniale interrotta un anno fa, e ne sono stata travolta.
Sono stata rapita da questa storia che attraversa parte del secolo scorso per sconfinare nel XXI, sono stata ammaliata da queste due donne che in maniera diversa lottano per riscattarsi da una società ritenuta troppo stretta. Elena scappa da quella Napoli considerata troppo povera, troppo rionale; Lila rimane lì dove sono le sue radici ma trovando il modo per “emergere” creandosi un lavoro moderno, nuovo, ma continuando a rimanere “una del rione”.
E’ Elena a raccontare la loro storia, quella di due bambine che diventano donne insieme, che si fondono l’una nell’altra e allo stesso tempo si distinguono perfettamente. Non solo diverse ma decisamente opposte sia nel fisico che nel carattere, conducono le loro vite secondo schemi differenti ma rimangono legate da un’amicizia profonda e turbolenta.
Elena fugge da Napoli inseguendo il sogno di diventare scrittrice, studiando, laureandosi e muovendosi nell’Italia del secolo scorso tra intellettuali e nuovi movimenti politici. Cerca di rendere le sue origini meno vistose imparando a parlare italiano e frequentando la gente che conta. Essere “La Scrittrice” non è facile; comporta sì un riscatto personale ma è un segno indistinto del tradimento nei confronti delle sue origini, della sua famiglia e della sua gente.
Lila, la cattiva come la chiamava Elena da bambina, invece rimane lì, nel suo quartiere. Acuta, intelligente, dura e decisa, ammalia chiunque abbia a che fare con lei. Pur non avendo voluto proseguire gli studi ha una conoscenza così profonda che lascia Elena sempre stupita e ammirata.
E poi c’è Napoli che fa da sfondo a questa storia; una Napoli di rione, popolare, feroce, violenta, che si rigenera nel corso degli anni. Una città che le due donne si portano dentro, con le voci, il dialetto, i colori e tutte le dinamiche che Elena non potrà fare a meno di raccontare nei suoi libri.
Dall’infanzia alla vecchiaia, una vita dura che lascia il segno, un lungo periodo raccontato in quattro libri che non sono riuscita ad interrompere, mi sono immersa nella realtà di queste donne e mi sono resa conto che non potevo immedesimarmi in nessuna di loro perché sia Lila sia Elena erano una parte di me.
Marti